martedì 11 gennaio 2011

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non c'era proprio niente da ridere.
e ho un mal di testa che sfiora l'impossibile.
non è nemmeno mezzanotte e io sono già infilata nel letto, mentre di la qualcuno sta cominciando a cenare.
i muri sono così sottili che sento la televisione nell'appartamento di fianco.
e il traffico della circonvallazione sembra di avercelo in camera.
è triste da dire ma oramai certi suoni mi rassicurano,
credo che nel silenzio più totale mi sarebbe impossibile prendere sonno.
non che abbia molta importanza,comunque.

giovedì 10 giugno 2010

SOTTOILLIVELLODELMARE

non cè disaccordo nel cielo.ed intanto si ossidavano le nuvole alla nostra destra e la terra ci mancava sotto i piedi mentre tremavamo in silenzio solo guardandoci un po' piu' a lungo tra vetri troppo appannati e ricoperti da gocce cosi spesse che in confronto i nostri occhi non sembravano nemmeno lucidi.speravamo in un pianto liberatorio che pero' davvero liberasse,che non avesse niente di doloroso questa volta.guardare tutto,insomma,con il distacco che gli anni ci hanno veramente concesso.ma comunque non funziona.comunque la mattina dopo la voglia di scappare ci ha di nuovo aperto gli occhi e liberato da sogni o meglio incubi che non ci lasciano stare.hai detto che la tua stanza era morta e mi sono venuti i brividi.
hai detto io ho continuato a vivere mentre li dentro tutto si è fermato.
il nostro passato è troppo recente per parlarne con nostalgia,per guardare foto e ricamarci sopra un'altro tempo che non sia piu' il nostro.
i nostri ricordi sono ancora troppo arroganti.pieni di quella presunzione che sa di fare male.
rovinarsi,e pensare di essere migliori.

e poi gli incontri sbagliati.e scusami ma non me lo aspettavo.scusami ma non so cosa dirti.
certo il punto sono io e non sei tu.ma io questo sole di metà pomeriggio non riesco più a godermelo.mi dici che sembro nervosa.non riesco a rilassarmi ed è vero.
è che speravo in un futuro senza te,ecco.
ridurre tutti i miei sentimenti in poche parole che non ti dico nemmeno troppo bene.ma a cosa servirebbe spiegarmi.a cosa.io vulnerabile proprio non lo voglio essere.preferisco non togliermi nemmeno gli occhiali da sole che se non incrocio il tuo sguardo è anche meglio.
e quanto avrei dato tempo fa per trovarmi in questa situazione tu non puoi capirlo.
e sto consumando una quantità sproporzionata di fazzoletti in questi giorni.ma non per asciugarmi le lacrime o cose drammatiche di questo tipo,è che ho questo raffreddore più o meno da tutto l'inverno e sto imparando a conviverci.ed i miei pensieri sono grossomodo 3.e da altrettanti o forse più anni.che dire.speriamo che passi.e che passino.
e poi le tue foto mi sembrano così tristi.mentre mi mostri la tua vita la tua stanza il tuo cane la tua ragazza e perché no la tua nuova macchina.non so c'è quella luce dei brutti film,quella coltre di nebbia attorno a ogni oggetto a cui tu vuoi bene.ma non te lo dico che va bene lo stesso mentre ascoltiamo musica vomitevole davvero ma questo sole di inizio maggio è bello lo stesso e ci mettiamo e ci togliamo le felpe ritmicamente ogni 5 minuti,ad ogni passaggio di nuvola.
e bello lo sei comunque,bello lo sei nonostante tutto.
e poi semplicemente ci alziamo e le nostre sagome rimangono stampate nell'erba.
certo,la tua un po' di più,mi dici ridendo prima di un bacio veloce sulla spalla.
e che dire.novembre ci ha davvero portato via con se.
e meno male.

IL SONNO è PUR SEMPRE SACRO

perlomeno il tuo.sacro e indisturbato.
mentre le angosce di tutti gli altri si mescolano con l'alba tu dormi.e meno male.
poi la primavera ha fatto un passo indietro,si è pentita della sua entrata scontata e ha deciso di tornare chissà quando.
intanto ti aspetto,e mi aspetto anche di incappare in qualcosa di nuovo,di inciamparci contro mentre sono distratta.
e mi hai detto tramite cristalli liquidi che non farai in tempo.e io come sempre ho finto di non rimanerci male.ma forse in fin dei conti non può che fare bene.a me a te a lei a tutti.
è che gli errori più stupidi sono quelli che si ripetono più spesso.
è inevitabile.
sbattere sempre contro agli stessi spigoli anche se potresti dirlo ad occhi chiusi dove si trovano.
e il tempo è relativo.mi hai sussurrato all'orecchio.e chissà cosa volevi dire.se intendevi le 2 3 o 4 settimane che ci dividono o tutto il resto.



mercoledì 19 maggio 2010

Non facciamone una questione di stato

Certo.il punto è questo.che i problemi sono sempre abbastanza relativi.
Ho una voglia di vederti sproporzionata rispetto al rapporto che abbiamo.
Ovvero nessuno.Ma poco importa.
Con la suola delle scarpe incollata al pavimento cercavo di destreggiarmi tra cocktail rovesciati senza incrociare il tuo sguardo,il che non è stato nemmeno troppo difficile,visto che eri girato dall'altra parte.E sembrava di essere in autunno.E tutte le cose che mi avresti dovuto insegnare,che puoi giurarci quello che vuoi,da sola non le imparerò mai.
Poi questa mattina le dispute in autobus.
é inevitabile che i controllori puntino dritto verso chi si è appena svegliato,o chi ha 300 cose in mano e altrettante persone che lo dividono dall'obliteratrice,o chi come me semplicemente non compre un biglietto da anni.Evabbè Milano è Milano.
E le giornate in genere iniziano male e finiscono peggio.
é un po' che non riesco tanto bene a scrivere.Ma almeno è spuntato il sole,ed è pur sempre maggio,e qualcuno diceva che maggio è il periodo migliore,sembra quasi che tutto debba ancora incominciare.
Ma poi di nuovo ho pensato a te e sono diventata triste.

"Con la tua sigaretta sempre all'angolo della bocca.
Non ti cade solo la cenere ma anche tutto il resto.
E raccoglimi col cucchiaino.Ti prego rimettimi insieme dopo queste 24 ore che da sola non ce la faccio.
Ed è già notte in pochi minuti.Già lunedì in poche ore.
E io di raccontarti la mia vita non ne ho voglia.
E ancora meno di ascoltare la tua.
Ed i tuoi muri tutti dipinti con l emani delle tue idee,delle tue convinzioni.e i tuoi amici che respirano a stento dietro metallo spesso,e devono dormire con la luce accesa,mi dici.E sono botte sulla faccia e soprattutto sull'orgoglio.Mi dici l'unica cosa che cresce è la mia rabbia.
Ed io ancora qui a preoccuparmi del colore dei tuoi occhi,e del fatto che restino soprattutto sempre aperti.
Una merda.Così mi hai detto,ti contorcevi le mani,lo stomaco la vita e io ho avuto voglia di piangere.
E gli alberi intagliati ricamati scolpiti nella nebbia tutti uguali.sembrao scheletri,mi sussurravi col filo di voce che ti rimaneva dopo aver strillato tanto.E l'umidità già stabile nelle mie ossa e nei miei occhi e quando cammino ti cerco sempre anche se so di non poterti incrociare.
Ho lo stomaco di pietra,ricoperto di vetro antiproiettile.
E sono così triste per te,e non so fare altro.
Non mi piacciono le parole biascicate al buio.
Non mi piace la tua voce nemmeno nel sussurro.
Ma dov'è finita la poesia?
Spero fosse una domanda retorica.
Ho rincorso sulla strada il rumore dei tuoi passi mi sono detta inseguilo,chiedigli scusa,ma le mie gambe non si sono mosse.Mi manca il non averti ma in maniera diversa.
Ho masticato,finalmente,la mia adolescenza.
Le mie foto migliori dei miei anni peggiori.
E mi hai detto tu sei strana.Ti ho risposto certo è vero.E mi veniva da piangere mentre mi abbracciavi perchè non provavo niente,ma tu devi avere evidentemente travisato il messaggio.
E la tua vita tutta chiusa su quella statale nebbiosa.
Mi hai detto io la nebbia non la vedo neanche più e negli occhi avevi tutto,proprio tutto tranne la vita.
E al ristorante poche ore dopo ho preso la posata sbagliata e tu mi hai sorriso.
E cercavo di convincermi che tutto questo sia almeno lontanamente gradevole o perlomeno utile.Ricordami che non ne ho motivo,ricordamelo sempre.
Nella mia testa sta diventando autunno".

E più o meno tutto è finito così.




venerdì 30 aprile 2010

M.A.L.E.D.E.T.T.A PRIMAVERA

davvero non stai per piangere?
mi arrivano ondate di sconforto ogni volta che provo a ricordarmi di te.a stento nel buio ho recuperato giusto l'indispensabile prima di andare via ad orari improponibili che non vivo da anni tipo le otto del mattino.
e intanto succede di tutto,tipo eruzioni vulcaniche,terremoti che sconvolgono la Cina o l'arresto di di Giovanni Tegano tra applausi e lacrime,ma tu dal tuo letto non ti accorgi di niente.
e comunque nemmeno io,che a stento ricordo che giorno è.
l'unica cosa certa è che è primavera,e che tra poco saremo di nuovo da capo,con le ginocchia per terra a cercare nuove case e nuove prospettive.
e sarebbe davvero bello,come dici tu,vivere tutti insieme in una casa grandissima con le finestre di legno bianche e il giardino,sarebbe come essere una famiglia ma scelta da noi.e invece chissà quali città e quali mete turistiche sceglieremo tutti per gli anni prossimi,chissà dove finiremo.
e mi spedisci foto di spiagge sconfinate,dei tuoi piedi minuscoli sulla sabbia bagnata,alimentando la mia voglia di andarmene il più lontano possibile.

lunedì 26 aprile 2010

THE SHIT WE'RE IN

la sera arriva sempre più tardi.tu non arrivi mai.
ci scambiamo pareri sull'insensibilità degli altri,sul fatto che solo noi ci possiamo capire.
e lo sai non è rassicurante.la nostalgia che ho della tua pelle.lo so sono ripetitiva.
e poi oggi c'è stata questa tempesta,un temporale di 10 minuti con fulmini e tutto il resto e io ci stavi proprio in mezzo.ma non ho fatto in tempo nemmeno a schiarirmi le idee.
e lo sai stasera sono triste,e tu non te ne sei nemmeno accorto.provo odio sopra a tutto.e tu non te ne sei neanche accorto.la cosa bella è che finalmente ti rivedrò.
e sta notte ho sognato che il mondo stava per finire,ero a parigi e l'elettricità andava via ogni 5 minuti ma io non avevo paura.poi ho aperto gli occhi e le nostre bocche erano così vicine che non ho resistito.e avevi un raggio di sole che ti illuminava le palpebre.

giovedì 1 aprile 2010

RIPRENDIAMO IN MANO LE RONDINI

ho letto troppo e ora sono triste.
gli strascichi degli altri stasera me li potevo proprio risparmiare.
mi hai detto che ci vuole tempo.
in realtà mi hai detto un sacco di cose ma non ho voluto dare importanza a nessuna.
e mi sono bastati 5 secondi-lunghissimi-
i tuoi occhi color ambra.
le barriere che negli anni ero infine riuscita a innalzare.
lo sai mi manca.la persona che immagino tu possa essere.
che non sei mai stato.
e mi preoccupo per te.
i tuoi messaggi mi arrivano forti e chiari in una domenica mattina di marzo.
e vorrei che stessi bene,sempre.
ma poi ho avuto paura,e ho deciso di lasciarti andare,anche se tu hai sottolineato che non l'ho deciso io.
cosa cambi poi non si sa,ma se ti rassicura va bene così.
mi avevi incluso tra le tue priorità.
mi avevi scelto.
selezionata tra altre.
mi dicevi ora non puoi capire,ma prima o poi capirai.
ecco il fatto è che come sempre le sensazioni buone mi arrivano in ritardo rispetto agli eventi.
non mi rispondi più.
non mi pensi più.
e poi abbiamo ripreso le nostre strade.
e quanto poco mi piace ferire.
preferisco quasi che le pene vengano inflitte a me.
mi hai scritto sui polsi con la tua penna stilografica la data di scadenza.
ed in effetti siamo scaduti da un po' io e te.
e tutti i libri che ti ho regalato e che non hai mai letto.
quella volta che avevo la febbre e ho passato tutto il pomeriggio sul tuo divano a giocare con videogiochi che non vedevo da almeno 10 anni.
e le foto dei tuoi 15 anni che mi mostravi senza ridere.
la neve che quest'anno si è sciolta tardissimo.
e poi la tua voce.
che non riconosco più.
tra un singhiozzo e l'altro mi dici che va tutto di merda.che mi vuoi bene.
non so che fare,ho paura se pingi anche tu.
e i nostri occhi sotto al cielo di luglio.
con il motorino fracassato e le ginocchia rotte.
ridevamo anche così,ridevamo anche con i graffi sulla faccia,perché era pur sempre estate.
lo sai questa notte non ho dormito.
ho pensato a te così tanto da dimenticare tutto il resto.
il rumore della tua voce che si spezza.
il mio respiro pesante.
poi togliendoti la maglietta sono rimasta stupita.
mi hai detto che stare male è una fase di passaggio per stare meglio.mi hai promesso che non mi mancherai per sempre,ma io non ti ho creduto.