io sono qui sul mio letto,e intanto camilla si spazzola i capelli nella stanza accanto,
c'è un bel sole,di quelli che a milano sembrano quasi surreali.
ci siamo svegliate tardi ma va bene così.
e in certi momenti le parole sono anche superflue.
ascoltiamo canzoni tristi,ma siamo felici.
sembra quasi che tutto vada bene,che tutto andrà bene.
appena svegli a volte si ha questa sensazione.
come quando a 15 anni dormivo a casa tua tutti i sabati.
era bello svegliarsi e vedere la campagna.
restavamo a letto per ore,a parlare della sera prima,e di come e se lui ti aveva guardato.era un microcosmo interessante,il nostro,avremmo potuto vivere per giorni e giorni solo io e te.
sembrava di avere il mondo in una mano.
e intanto continuiamo a ripetere che abbiamo voglia di andare al mare,di andare a parigi,di andare ovunque,ma poi quando riapriamo gli occhi siamo sempre nella mia stanza,ed è ancora domenica.
ed è un bel momento.
uno di quelli in cui pensi di poter fare tutto.
come quando abitavo lontano e contavo i giorni che mancavano per rivederti.
come quando passeggio a Parigi con mio padre e mi spiega ogni cosa come fosse la prima volta,e ascolto le sue storie,che so a memoria ma che mi piacciono sempre.
come quando mi sveglio troppo presto e tu mi tiri le coperte fin sopra alla testa per farmi dormire ancora un pò.
e se questi momenti non esistessero non saprei che farmene di tutto il resto.
ecco il punto è che bisogna trovare il coraggio,anche se oggi è solo martedì e fuori c'è così poca luce che sembra di essere chiusi in una stanza senza finestre.
sono i gesti,in ogni caso,che mi ingannano sempre.le interpretazioni sbagliate.ricamare per ore sopra a qualcosa che poi non vuol dire niente.
come le tue mani,ad esempio.
ed è inutile ripeterselo,che tanto poi si finisce sempre li.
con la suola delle scarpe inchiodata all'asfalto umido.
"c'était la dolce vita".all'asfalto livido.
mercoledì 17 febbraio 2010
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